giovedì 31 gennaio 2013

L'Islanda VINCE sull' Unione Europea


Il governo islandese ora esulta. Il giudizio della corte, infatti, è definitivo, e non potrà essere nuovamente oggetto di ricorso. La piccola isola vinto. La sua rivoluzione è giunta a termine, trionfante. E, sicuramente, farà storia.

Il Tribunale dell’EFTA (Associazione Europea del Libero Commercio, alla quale aderiscono oltre ai paesi dell’UE anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia), con sede a Lussemburgo, ha stabilito oggi che il governo dell’Islanda non ha violato la legislazione europea quando ha deciso di non risarcire gli investitori stranieri della banca on-line Icesave, dipendente da una delle principali entità finanziarie fallite nel 2008.

Nella sentenza l’Efta spiega che l’Islanda non ha contravvenuto le normative europee vigenti al momento dei fatti quando decise di non risarcire gli azionisti stranieri, decisione tra l’altro avallata da un referendum appositamente convocato, attraverso il quale la maggioranza dei cittadini del paese valutarono di non investire denaro pubblico per ripianare i debiti con le banche private fallite.

Il Tribunale dell’Efta ha anche stabilito che il governo islandese non ha compiuto un atto discriminatorio decidendo invece di risarcire gli azionisti del paese. 

L'Islanda ha diviso gli istituti di credito indebitati, facendoli confluire in nuove società. In questo modo il Paese non si è sobbarcato per intero i costi del recupero. Poi, il governo ha protetto i risparmi dei suoi cittadini: con leggi di emergenza emanate appena prima del tracollo ha stabilito che i conti correnti degli islandesi dovessero essere coperti in caso di fallimento delle banche. Una misura che con il senno di poi si è rivelata fondamentale. Forse è questo l'ingrediente della ricetta più esportabile: decidere per legge che i soldi dei correntisti non possano essere usati per mitigare le perdite delle speculazioni finanziarie.

E' una vittoria sicuramente arrivata con un elefantiaco ritardo, ha un valore prettamente mediatico, dal punto di vista istituzionale invece, vince il buonsenso di un presidente che decide di non lasciare il paese nelle mani delle banche, di riprendere l'economia nelle mani, di nazionalizzare banche e attività che nel frattempo erano state privatizzate, a questo proposito, vorrei segnalarvi un video che in maniera esplicita fa capire molte cose.